Descrizione
«Io, Fatur ero già un Punk quando stavo con mia mamma in una vecchia casa senza luce ed acqua e mio nonno mi faceva fumare qualche tiro delle sigarette di trinciato forte fatte con le cartine “Luce”. Io, Fatur ero già un Punk quando scappai su un albero per evitare di essere preso da due preti in tonaca lunga e portato in istituto a Carpi. Purtroppo, fu inutile, mi presero lo stesso, ma tentare non nuoce, no? Io, Fatur ero già un Punk quando in prima elementare diedi un pugno in
pancia ad una suora. Fui bocciato! Anche perché ero sempre malato. Mi ammalavo di lunedì e guarivo il sabato giusto in tempo per andare la domenica al cinema Eden. Io, Fatur ero già un Punk quando correvo dietro agli altri bimbi dell’Istituto
che mi prendevano in giro perché ero strabico e portavo gli occhiali. Io, Fatur ero già un Punk quando andavo in piazza al bar Dorando di Carpi, vestito come James Dean in Gioventù Bruciata o Marlon Brando ne Il selvaggio. Io, Fatur ero già un Punk quando andavo a ballare il rock al Dream di Correggio o al Ritz di Novellara o al Corallo di Scandiano o al Charlie Max di Modena vestito come Lou Reed nella copertina di Rock and roll animal».
La straordinaria, esagerata vita di Danilo Fatur, volto e corpo scenografico dei CCCP – Fedeli alla Linea raccontata da sé stesso in pagine che rivelano non solo l’uomo dietro lo showman esplosivo ma anche uno scrittore sorprendente, capace di raccontarci come pochi il clima che ha prodotto negli anni ottanta del secolo scorso un fenomeno culturale originalissimo: il punk italiano.
– Paolo Di Paolo
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